Sconfiggi la tua dipendenza dal satellitare e impara a vincere come Stefano Baldini

By | febbraio 1, 2015

SatellitareIl podista anni 80 vestito con pantaloncini svolazzanti e maglietta di lana (senza dimenticare la scarpa tutta sforacchiata) non esiste più.

Il podista anni 80 che si allenava su percorsi misurati in bicicletta o con la cordella metrica in cui imparava a percepire i ritmi della corsa non esiste più.

Al giorno d’oggi la tecnologia ci ha dotati di un perfetto abbigliamento tecnico e scarpe che ormai vanno da sole ma ciò che ha stravolto di più la corsa del podista è stato l’arrivo del satellitare.

 

Per i pochissimi che ancora non lo conoscono, brevemente è un cronometro al cui interno è inserito un computer GPS che è in grado di fornire tutte le informazioni che il runner deve e vuole sapere: km percorsi, velocità min/max/media, Kcal consumate, e così via, poi mantiene registrati gli allenamenti fatti(con la possibilità negli ultimi modelli di inserirli nel computer per creare grafici che mostrano l’andamento della preparazione,un vero e proprio diario virtuale)e si possono impostare diverse funzioni che facilitano l’allenamento come, per esempio, l’allarme ogni tot distanza o tot tempo che può essere molto utile per un allenamento con variazioni di ritmo.
Al 99% dei podisti che conoscono il satellitare chiediamo: riuscireste a farne a meno?

già…ecco il PROBLEMA dell’uso del satellitare: la DIPENDENZA.
Il satellitare ci permette di correre ovunque e rimanere allo stesso tempo sempre controllati, al termine dell’allenamento ci informerà di tutti i dettagli che poi andremo a confrontare con i precedenti. Noi dobbiamo solo correre, al resto ci pensa lui.
Ecco dove SBAGLIAMO.

L’arrivo del satellitare ha ELIMINATO la capacità del podista di ascoltare il proprio corpo e soprattutto, la capacità di percepire i ritmi della corsa.
Nessuno è più in grado di capire a che velocità sta correndo, nemmeno durante un lungo lento, figuriamoci durante delle variazioni di ritmo.

E se perdiamo il Satellitare? E se quel giorno non riusciamo a tenere il ritmo dettato dal Garmin? E se ci si scarica la batteria mentre ci alleniamo?
CRISI
PANICO
Non sapere come fare è deleterio in uno sport dove l elemento fondamentale sono le sensazioni.
Perdere la capacità di percepire la velocità di corsa ci può mandare in tilt per cui sarebbero impossibili i lavori come le ripetute o le variazioni di ritmo senza garmin e in gara si rischierebbe di correre a yo-yo, facendo una gran fatica a trovare un ritmo uniforme e poco dispendioso.
Il satellitare offre dei vantaggi che devono essere sfruttati in particolar modo durante la preparazione di una maratona in cui i lunghi corsi ad un ritmo ben definito diventano un elemento chiave, ma è molto importante, se volete ottenere i migliori risultati, non dipendere sempre dalla tecnologia riprendendo così in mano la nostra mente e il nostro corpo.
Per fare questo provate PER UNA VOLTA a seguire questo consiglio:
Misurate alcuni percorsi e lavorate lì cercando le sensazioni che il vostro fisico vi offre, cercate di capire come il vostro corpo si muove rispettando la determinata andatura, di sapere che spingendo in quel modo e con quella falcata farete , per esempio, un mille in quel determinato tempo. Provate e riprovate, all’inizio sarà difficile ma solo con l’esercizio e l’esperienza tornerete padroni della vostra corsa.
Se non avete percorsi misurati andate in pista!!

Se sarete in grado di sviluppare questa capacità non avrete più bisogno né del satellitare né dei PEACEMAKER che a volte involontariamente non azzeccano l’andatura!!

Ora andate fuori buttate i satellitare e correte

Life hard, run easy
P.S.: Stefano Baldini, come ha citato nel suo ultimo libro “Con le ali ai piedi” ha vinto la maratona olimpica senza mai aver guardato il cronometro!

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